Curarsi Mangiando

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MANGIANDO Curarsi RIZA

IL CIBO È IL TUO FARMACO

GASTRITE E REFLUSSO Come vincerli a tavola

TOSSE E MAL DI GOLA

Scopri i nuovi menu salva stomaco che eliminano subito bruciori e acidità

Li curi con curcuma, zenzero e miele, gli alleati del sistema immunitario

INTOLLERANZA AL LATTE

I cibi da evitare, quelli da preferire e l’integratore per digerire il lattosio

LE ZUPPE DI STAGIONE: DISINFIAMMANO E DEPURANO

Con gli ingredienti giusti sono antiossidanti, ripuliscono il fegato e proteggono l’intestino

Sommario

37 n° 188 Ottobre - Novembre 2025

Tosse e mal di gola. Curali con i cibi che disin ammano

19 9 3 6

Gastrite e re usso. Ci vogliono i menu salva stomaco

Editoriale Intolleranza al lattosio. Ecco cosa devi sapere 38

Filo diretto con la redazione

10

Proteggi la gola dai “nemici” di stagione

12

Le strategie che aiutano una guarigione più veloce

20

Acidità, bruciori e re usso. Individuare le cause e i rischi 22

Vero o falso? Mettiti alla prova per capire quanto ne sai per davvero sullo stomaco

24

Le basi della cucina salutare per digerire senza fatica 26

Il riso: il super alleato contro nausea e gon ori 28

Conoscere l’intolleranza per evitare i sintomi 40

L’alimentazione giusta per la ora intestinale

Frullati, smoothie e infusi d’erbe completano la dieta

I disturbi del sonno dopo “gli anta”

46

Il buon riposo mantiene giovani più a lungo

48 I cibi antinsonnia che ti migliorano la vita

Gli alimenti che riducono gli acidi urici

62

Uricemia alta: come si manifesta e i disagi che scatena

64

Come spazzare via le scorie che favoriscono la gotta

Le ricette che ricaricano di energia. Scopri i piatti che vincono la stanchezza e fanno bene anche all’umore

Le zuppe dell’autunno

56

Le depurative per il fegato, utili anche per rigenerarlo

58

Le “salva intestino” che rivitalizzano il microbiota

Direttore Generale

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Direttore responsabile

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Direttore Pubblicità

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Segreteria di Direzione

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Responsabile amministrativo

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Uf cio Abbonamenti

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Progetto gra co ideoimpaginazione

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Coltiva la barbabietola rossa

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Le ricette

Immagini

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Indice delle ricette

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DOSSIER

Acidità, bruciori e re usso Individuare le cause e i rischi

Non

sono provocati solo dagli errori alimentari, anche se un'alimentazione adatta può fare molto per evitarli

Silenzioso, instancabile, spesso sottovalutato… eppure lo stomaco è un organo centrale per il nostro benessere. Ogni giorno riceve, accoglie e scompone il cibo che introduciamo, avviando la digestione grazie a un delicato equilibrio di succhi gastrici, muco protettivo e contrazioni muscolari.

È un organo forte, ma sensibile allo stesso tempo: quando questo equilibrio si rom pe, compaiono disturbi comuni e molto diffusi, come gastrite e re usso.

• La gastrite è un’infiammazione della mucosa gastrica sere acuta o cronica.

• Il re usso gastroesofageo, invece, si verifica quando parte del con tenuto acido dello stomaco risale verso l’esofago

Si tratta quindi di due condizioni diverse, ma spesso intrecciate, che possono rendere dif cile la vita quotidiana se non affrontate nel modo giusto.

nati, causano in ammazione della mucosa gastrica e predispongono alla gastrite e al re usso;

• i pasti troppo abbondanti o consumati in fretta;

• il fumo di sigaretta;

• lo stress cronico, che può alterare anche i meccanismi digestivi; l’uso prolungato di farmaci antin ammatori; e le abitudini di vita se-

Il laboratorio dell’alchimista

l’infezione da Helicobacter pylori, molto diffusa, che può essere alla base della gastrite cronica. Va anche detto che la nostra epoca favorisce entrambe le problematiche: pasti tardivi, vita frenetica, consumo frequente di fast food e bevande gassate sono un mix esplosivo per lo stomaco.

Quando e perché compaiono

Le cause principali di gastrite e re usso sono molteplici, ma in quasi tutti i casi spesso si sommano:

• un’alimentazione disordinata, ricca di fritti, cibi grassi, spezie piccanti, alcol, bibite gasate e caffè. Anche troppi carboidrati in genere, soprattutto se raf -

Nello stomaco, come nel laboratorio alchemico, avviene una vera trasmutazione: il cibo, che porta in sé energie della terra, del sole e dell’acqua, viene trasformato in nutrimento. Simbolicamente, è il luogo in cui l’“esterno” diventa “interno”, ciò che è altro da noi diventa parte di noi. Non digeriamo solo il cibo, ma anche le esperienze, le emozioni, le parole. Uno stomaco in disequilibrio può simboleggiare la dif coltà a “digerire” la vita, a trasformare le prove in crescita. Gastrite e re usso, in questo senso, diventano metafore di ciò che brucia dentro: irritazioni non elaborate, con itti non risolti, emozioni trattenute che “risalgono”.

Come si manifestano I sintomi della gastrite possono variare da un lieve fastidio a veri e propri dolori nella parte alta dell’addome (stomaco). Si possono associare nausea, gon ore, eruttazioni frequenti e sensazione di pienezza precoce. Nel reflusso, invece, il segnale tipico è il bruciore retrosternale, che peggiora dopo i pasti o in po-

sizione sdraiata, provocando rigurgito acido, tosse secca o mal di gola persistente.

Non sempre questi disturbi sono gravi ma, se diventano frequenti, non vanno trascurati: un’in ammazione cronica della mucosa gastrica può danneggiarla nel tempo, mentre un reflusso trascurato può irritare l’esofago. La diagnosi si basa su visita medica, esami del sangue, ecogra a e, nei casi di sospetta ulcera o tumori allo stomaco, gastroscopia.

Un problema per tutto l’organismo

Gastrite e re usso non riguardano soltanto lo stomaco. Se trascurati tendono infatti a diventare cronici e niscono per in uenzare il benessere di tutto l’organismo. Quando la mucosa gastrica resta a lungo in ammata, inoltre, la capacità di assimilare i nutrienti si riduce: ferro, vitamina B12, calcio e magnesio possono così non venire più assorbiti in modo ottimale. Col tempo questo può portare ad anemia, fragilità ossea, maggiore stanchezza sica e dif coltà di concentrazione.

Un’in ammazione persistente, inoltre, può predisporre a complicazioni più serie come gastrite erosiva, ulcere della mucosa gastrica o esofagea e, nei casi di re usso non trattato, alterazioni della mucosa dell’esofago che richiedono un attento monitoraggio medico. Non bisogna dimenticare che anche la bocca, i denti e le vie respiratorie possono risentire

Come il fegato anche lo stomaco si rigenera

Le cellule della mucosa gastrica si rinnovano continuamente, in genere ogni 3-5 giorni, grazie a un processo di proliferazione delle cellule staminali presenti nelle ghiandole gastriche. Se nel nostro corpo tutto funziona a dovere e se lo stomaco viene rispettato con alimentazione equilibrata e stile di vita corretto, questo rinnovamento permette di riparare i danni causati da acidi, cibi irritanti o piccole lesioni, proteggendo lo stomaco da ulcere e infiammazioni croniche.

dei continui episodi di acidità: erosione dello smalto, alitosi, raucedine e tosse cronica sono segnali spesso collegati. Ma i disturbi non si fermano al piano sico. Una digestione dif coltosa si ri ette anche sull’equilibrio psicologico: chi soffre di gastrite o re usso lamenta infatti frequentemente insonnia, cali di energia, irritabilità e un generale senso di malessere che compromette la qualità della vita. Per queste ragioni intervenire tempestivamente è fondamentale e la prima cosa da fare è riequilibrare la dieta quotidiana. Seguici e scopri come fare.

I disturbi legati allo stomaco – dall’acidità al reflusso, fino alla gastrite – sono sempre più diffusi nei paesi occidentali. Non è solo lo stress a scatenarli: anche una dieta sbilanciata e la sedentarietà contribuiscono ad aggravare la situazione. Per questo, nel numero di ottobre e novembre di Curarsi Mangiando, proponiamo un percorso di alimentazione e rimedi naturali da seguire per ritrovare il benessere. L’obiettivo è duplice: da un lato alleggerire l’organismo da scorie e tossine, dall’altro ridurre in modo evidente i sintomi più comuni come bruciori, difficoltà digestive e fastidi intestinali spesso associati. In più, questo programma favorisce la perdita dei chili in eccesso, regalando leggerezza e benessere generale.

L’obiettivo di Ottobre e Novembre

causare re usso: l’aumento della pressione all’interno dell’addome

comprime le pareti dello stomaco, favorendo la risalita dell’acido.

Conoscere l’intolleranza per evitare i sintomi

Se non tolleri il lattosio è importante capire perché e quali alternative utilizzare per stare bene

Il lattosio è lo zucchero principale del latte e dei suoi derivati. La sua digestione richiede un enzima, la lattasi, che si trova sulla mucosa intestinale. In molte persone, soprattutto negli adulti, la produzione di lattasi diminuisce progressivamente con l’età Questo fenomeno è del tutto naturale e fa parte dello sviluppo siologico umano.

IN CASO DI LATTASI SCARSA

FORMAZIONE

DI ACIDI E GAS

L’IRRITAZIONE È CAUSA

DI PANCIA GONFIA

ECCO COSA SUCCEDE NELL’INTESTINO

Quando nel nostro intestino c’è la giusta concentrazione di enzima lattasi, il lattosio presente nel latte e già “liberato” dalle precedenti fasi della digestione viene qui scomposto nei suoi due zuccheri semplici, il glucosio e il galattosio, che vengono quindi assimilati dalle pareti intestinali ed entrano in circolo. Quando l’enzima lattasi è troppo scarso, invece, il lattosio non viene scomposto e rimane nell’intestino, dove dà luogo a fermentazioni, quindi ad acidi e gas intestinali. Le conseguenze di tale fatto si manifestano con alitosi, gonfiori addominali, diarrea e a volte anche coliche. L’intensità dei sintomi varia a seconda della carenza di lattasi.

La percentuale di persone con ridotta produzione di lattasi varia notevolmente a seconda delle popolazioni: nelle regioni del Mediterraneo e in Italia si stima che tra il 50 e il 70% degli adulti presenti una forma più o meno marcata di intolleranza al lattosio, mentre nei paesi del Nord Europa la percentuale è decisamente più bassa, intorno al 10-20%.

Vale la pena sottolineare che non tutti sviluppano sintomi: molte persone hanno infatti una diminuzione dell’enzima senza manifestare problemi. E va detto che, nei casi più severi, la produzione di lattasi può arrivare quasi a zero: in queste situazioni il lattosio va eliminato completamente, e vanno evitati anche i prodotti “delattosati” che ne contengono tracce, seppur minime

Come scoprirla

Se sospetti di avere un’intolleranza al lattosio, puoi valutare due percorsi principali. Eccoli.

• Esame genetico – attraverso un test del DNA si può stabilire se l’intolleranza è di origine genetica, cioè se sei predisposto n dalla nascita a produrre meno lattasi.

• Breath Test – si tratta di un test del respiro eseguito in ospedale o in laboratorio, che misura la produzione di idrogeno dopo l’assunzione di lattosio. La durata è di circa 3-4 ore e consente di determinare l’entità dell’intolleranza: da lieve a totale.

IMPARA A INDIVIDUARE QUELLO CHE FA PER TE

I sintomi possono essere leggeri e può capitare che non vengano nemmeno percepiti. La loro entità dipende anche dalle dosi di assunzione dell’alimento in questione o dei suoi derivati. In linea generale, latte, gelati a base di latte, formaggi cremosi e latticini come ricotta e panna sono i più ricchi di lattosio. Mentre yogurt, burro e formaggio stagionato sono i più poveri e i meglio tollerati.

LATTE*GELATOFORMAGGIO CREMOSO

*In commercio puoi trovare latte ad alta digeribilità (noto anche come latte delattosato o latte HD, dall’inglese High Digestible): è un latte che è stato privato, tramite apposite procedure, di gran parte del lattosio in esso originariamente contenuto. In linea generale può essere ben tollerato.

Quando è temporanea

A volte l’intolleranza al lattosio non è genetica, ma può insorgere in seguito a disturbi intestinali, come la gastroenterocolite (detta “in uenza intestinale”), o a causa dell’assunzione di alcuni farmaci, in particolare degli antibiotici. In questi casi, il lattosio va eliminato solo per il periodo necessario alla guarigione, durante il quale l’assunzione di fermenti senza lattosio può sostenere la ora intestinale.

Consigli pratici

Leggi attentamente le etichette dei prodotti: alcuni formaggi stagionati contengono meno lattosio e possono essere tollerati anche da chi è intollerante. Suddividi l’assunzione di latte e derivati in piccole dosi distribuite nella giornata per ridurre i sintomi. Se elimini latte e derivati, integra con fonti alternative di calcio e vitamina D, fondamentali per le ossa.

NON È UN’ALLERGIA!

Occorre distinguere l’intolleranza al lattosio dall’allergia al latte in quanto quest’ultima (dovuta allo sviluppo di anticorpi contro alcune sue proteine) richiede la totale eliminazione dell’alimento in questione, dei suoi derivati e dei cibi che li contengono.

Il rimedio naturale ef cace

LATTASI Per chi vuole mangiare una pizza con gli amici

Se sei intollerante al lattosio, non devi rinunciare ai momenti conviviali. Gli integratori a base di lattasi, infatti, contengono l’enzima mancante e aiutano a digerire il lattosio presente in latte e derivati. Come usarlo: assumi le compresse prima di mangiare cibi con lattosio, come pizza, gelato o formaggio. La dose dipende dal prodotto e dalla quantità di lattosio presente nel pasto (leggi sempre le istruzioni riportate sulla confezione). Questi integratori non risolvono intolleranze gravi o sintomi già manifestati, ma ti permettono di goderti il pasto senza fastidi.

Le zuppe dell’autunno

Sono un vero farmaco naturale, ripuliscono il fegato e proteggono l’intestino

La zuppa è uno dei piatti più antichi del mondo: un tempo, bastavano infatti un recipiente, dell’acqua e qualche ortaggio o cereale per ottenere un pasto nutriente e caldo. Fin delle civiltà contadine, era dunque la soluzione ideale per sfamare la famiglia con ingredienti semplici e facilmente reperibili. Ogni cultura ha le sue versioni: dal minestrone italiano alle “miso soup” giapponesi, dalle vellutate francesi alle zuppe rustiche dell’Europa del Nord. Un lo comune le attraversa tutte: l’arte di trasformare ingredienti semplici in un cibo ricco di significato e di benefici. Oggi la zuppa non è solo tradizione, ma anche salute. Preparata con verdure fresche, cereali integrali e legumi, porta in tavola un concentrato di vitamine, minerali, bre e antiossidanti. L’acqua di cottura conserva parte dei principi nutritivi e, insieme alle

bre, contribuisce a depurare l’organismo, sostenere la digestione e favorire il senso di sazietà. In più, la cottura lenta rende gli alimenti più digeribili, valorizzandone il potenziale terapeutico. Ma la zuppa non è solo nutrimento per il corpo: è anche il comfort food per eccellenza. Un piatto caldo che accoglie, scalda e rassicura, riportando al ricordo di gesti familiari e antichi rituali domestici. È il cibo della lentezza e della cura, quello che invita a prendersi una pausa e a rigenerarsi. In inverno riscalda, mentre d’estate, se gustata tiepida o fredda, rinfresca e reidrata. In ogni stagione, la zuppa è il simbolo di un benessere che nutre tanto il corpo quanto l’anima.

UN PIATTO TRADIZIONALE DI TUTTI I POPOLI

Il termine “zuppa” deriva dal germanico “suppa”, ovvero fetta di pane inzuppata, in quanto fin dall’antichità la zuppa veniva servita in ciotole sul cui fondo era disposta per l’appunto una fetta di pane. Nel Medioevo i Signori usavano il pane per sostituire i piatti e, alla fine del pasto, gli avanzi di questo pane impregnato del grasso della carne e degli altri cibi, venivano dati alla servitù che li metteva in pentola con verdure e acqua.

Le zuppe fanno parte della tradizione di tutti i popoli: i cinesi e i giapponesi, per esempio, le preparano con carne, uova, prodotti del mare, ortaggi, frutta, verdure, alghe, legumi e funghi. In questi Paesi si ritiene addirittura che le zuppe possano essere utilizzate come rimedio naturale nella cura di molti disturbi e malattie. E oggi, anche in Occidente, le zuppe vengono apprezzate per le loro proprietà salutari.

COSÌ FAI SCORTA

DI MINERALI

Quando verdure, cereali e legumi cuociono in acqua, una parte dei loro preziosi nutrienti si scioglie nel liquido di cottura. È nel brodo, infatti, che si concentrano sali minerali come potassio, magnesio e ferro, anche se va detto che, in linea generale, le vitamine si riducono molto. Per questo, la parte liquida di zuppe, minestre, creme e vellutate diventa un vero integratore naturale di minerali.

55- Curarsi MANGIANDO - Ottobre - Novembre 2025

Coltiva la barbabietola rossa

Ottima fonte di avonoidi, questo bulbo è utile per cuore, vasi sanguigni e cervello

a cura di Nicoletta Morelli

La barbabietola rossa (Beta vulgaris) appartiene alla famiglia delle Chenopodiacee, insieme a grano saraceno, biete da costa, spinaci e agretti. Diffusa nel bacino del Mediterraneo n dall’antichità — già in Grecia e Babilonia — venne inizialmente coltivata per le sue foglie, usate a scopo curativo. Solo in seguito si cominciarono a utilizzare a scopo alimentare anche i bulbi, che oggi rappresentano la parte più consumata.

Perché è salutare

dilatazione dei vasi sanguigni e l’ossigenazione dei tessuti. In ne, le foglie della barbabietola non sono da trascurare: contengono vitamina K e antiossidanti utili per ossa forti e protezione cellulare.

LA “BIANCA” DA

ORTO

Questa varietà ha un colore tendente al crema e un sapore più delicato rispetto alla rossa. Come la rossa, è poco calorica, ricca di fibre e minerali (potassio, ferro e magnesio), ma contiene meno antociani, quindi ha un minore effetto antiossidante. Anche la bianca è ottima per la regolazione intestinale, ed è molto versatile in cucina: si può usare cruda in insalata, cotta al vapore, al forno o in zuppe.

Come farla crescere in vaso

Ci vuole un contenitore di terracotta con diametro e profondità di circa 30cm

Si inizia con uno strato di argilla espansa, utile per mantenere l’umidità, e si riempie con un terriccio leggermente sabbioso e ben drenato. Si praticano quindi tre piccoli fori distanziati di circa 10cm e si inserisce in ciascuno un seme, preferendo varietà a radice rotonda. Si copre quindi con uno strato di terriccio e si innaf a delicatamente. Il vaso va messo in pieno sole.

La barbabietola rossa è un vero concentrato di salute. I suoi bulbi contengono antociani, pigmenti vegetali dalle proprietà antiossidanti che aiutano a proteggere le cellule dai danni dei radicali liberi, favorendo il benessere del cuore e stimolando la circolazione sanguigna Le bre presenti, sia solubili che insolubili, regolarizzano l’intestino e aumentano il senso di sazietà, contribuendo al controllo del peso. Inoltre, la barbabietola è ricca di vitamine e sali minerali, tra cui vitamina C, acido folico, potassio e ferro, che supportano il sistema immunitario, i muscoli e la salute del cervello. Studi scienti ci indicano anche che il suo consumo regolare può contribuire a ridurre la pressione arteriosa e a migliorare la resistenza sica, grazie ai nitrati naturali che favoriscono la

la pressione arteriosa e a migliorare la resistenza sica, grazie ai nitrati naturali che favoriscono la

CARTA D’IDENTITÀ

NOME BOTANICO

Beta vulgaris

COSA ACQUISTARE

I semi o le piantine giovani (da vivaio) di circa una settimana.

LE PROPRIETÀ

Antiossidanti, ipocolesterolemizzanti (abbassa il colesterolo), antipertensive e snellenti.

Il succo di barbabietola

è stato usato n dall’antichità per tingere alimenti, tessuti e cosmetici. Oggi in cucina lo si impiega per dare colore a salse, creme, zuppe, risotti e dolci. Poiché è molto concentrato, ne basta qualche goccia, e va usato con attenzione perché può macchiare tessuti, super ci e mani.

COSA TI SERVE

• Un vaso oppure una cassetta, entrambi profondi almeno 30cm.

• Un substrato leggermente sabbioso, fertile e ben drenato.

• Delle palline di argilla, da mettere sul fondo per favorire il drenaggio.

• Dei semi o delle piantine giovani.

QUANDO INNAFFIARE

Il terreno va mantenuto costantemente umido per favorire la crescita dei bulbi, quindi occorre innaffiare regolarmente: si infila un dito nel terriccio fino a 2-3cm di profondità, se è asciutto è il momento di annaffiare.

LA TEMPERATURA

IDEALE

La temperatura ottimale non dovrebbe scendere sotto i 7-8°C, mentre la massima tollerata si aggira intorno ai 25-30°C. Temperature superiori possono rallentare la crescita delle radici e rendere i bulbi più brosi o legnosi. In estate è utile posizionare il vaso o la cassetta in mezz’ombra o fornire un po’ di ombreggiatura nelle ore più calde, mantenendo il terreno umido.

LA RACCOLTA

Si effettua in genere dopo circa 2 mesi dalla semina oppure quando i bulbi hanno raggiunto una dimensione massima di 6-8cm.

Indice delle ricette

Tosse e mal di gola. Curali con i cibi che disin ammano

14. Pesce spada al miele e zenzero

15. Purè vegano al prezzemolo

16. Filetti di merluzzo al forno con verdure

17. Uova strapazzate con timo e salvia

Gastrite e re usso. Ci vogliono i menu salva stomaco

29. Riso con verdure

30. Crema di patate

31. Orecchiette alle zucchine

32. Finocchi e capesante al lime

33. Orzo saltato con pollo e verdure

34. Mousse vegana di papaia e banana

35. Merluzzo dorato con verza e cumino

Intolleranza al lattosio. Ecco cosa devi sapere

41. Merluzzo al latte di cocco e curry

42. Lasagne al pesto in padella

43. “Panna cotta” al profumo lime

I disturbi del sonno dopo gli “anta”

50. Fusilli alla crema di basilico e arancia

50. Coppette al kiwi

51. Vellutata di spinaci e yogurt

Le zuppe dell’autunno

57. Crema di patate dolci

57. Zuppa di broccoli e patate al peperoncino

59. Crema di nocchi

59. Zuppa di cannellini

I cibi che riducono gli acidi urici

65. Frittelle di carote

66. Filetti di sogliola alla griglia

67. Pasta con i carcio

Orto in casa

71. Hummus in rosso

72. Pipe al pesto rosso

72. Polpette vegetariane

73. Uova poché su crema di barbabietola

Le ricette che ricaricano di energia

76. Tagliatelle con i broccoli

77. Minestrone ai tre legumi

78. Penne alla zucca e prezzemolo

79. Gnocchi alla romana

80. Tagliatelle con i funghi al vino rosso

81. Riso con verdure e fagioli

82. Vellutata di verdure con ricotta

83. Couscous con ceci e melagrana

84. Frittata con le cime di rapa

85. Petto di pollo con i funghi

86. Salmone all’arancia

87. Tofu alla cipolla rossa

88. Merluzzo al forno con verdure

89. Piadina integrale con scarola e tofu

90. Bocconcini di pollo al curry

91. Barchette al tonno e peperoncino

92. Cavolo e carote in casseruola

93. Zucca al forno con radice di zenzero e rosmarino

94. Pudding ai semi di chia e cachi

95. Dolcetti al cioccolato fondente

97- Curarsi MANGIANDO - Ottobre - Novembre 2025
Riza Alimentazione Curarsi MANGIANDO

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