Il viaggio tra i talenti lucani continua. Cronache racconta la storia di un artista che dialoga con il territorio e promuove la cultura lucana
Giuseppe Ranoia, l’uomo che danza tra note e improvvisazioni
DI D INO Q UARATINO
Da più di qua-
ran-
t’annimi muovo dietro le quinte: tra palchi che scricchiolano, luci che tremano e applausi che restano sospesi nell’aria. La mia esperienza di direttore artistico, maturata tra aziende lucane e grandi eventi, da Roberto Benigni allo Stadio Viviani di Potenza nel 2007 fino ai concerti di Ligabue e Claudio Baglioni al PalaBasento, mi ha insegnato una verità semplice: conoscere il territorio non è un vezzo, è una responsabilità. Non basta applaudire un talento quando appare sul palco; bisogna seguirlo, comprenderne le sfumature, conoscerne i percorsi e anche i piccoli inciampi che rendono l’arte vera e autentica.

naca: è osservazione attenta, memoria e quella punta di irriverenza necessaria a smuovere senza appesantire.
GIUSEPPE
RANOIA: FORMAZIONE E PALCOSCENICI
IL DATABASE CHE RACCONTA
LA BASILICATA
Così, anno dopo anno, ho costruito un database personale di talenti lucani, una vera e propria enciclopedia dei talenti lucani: storie, volti, voci, idee che si accumulano come pagine di memoria viva, ironica e a tratti sarcastica. Non è giornalismo, non è cro-
Tra le pagine del mio database emerge il profilo di Giuseppe Ranoia, nato a Montalbano Jonico (MT) nel 1969. Giuseppe ha studiato sotto la guida di Robleto Merolla e Piero Naviglio, perfezionandosi successivamente con il M° Nicola Scardicchio. La sua voce da basso è stata applaudita in teatri prestigiosi come il Teatro di San Carlo di Napoli, il Festival della Valle d’Itria, il Teatro Petruzzelli di Bari, il Thailand Cultural Center di Bangkok e il Teatro della Pergola di Firenze. Nel suo repertorio figurano ruoli principali in opere immortali come “Il Barbiere di Siviglia”, “Don Giovanni”, “Norma”, “Rigoletto”, “Trovatore”, “Tosca e Bohème”.Tra lirica e sperimentazioneMa Ranoia non è solo lirica. Ha collaborato con registi e attori di spicco come Roberto De Simone, Moni
Ovadia, Renato Carpentieri, Guido De Monticelli e Gianpiero Francese, partecipando a spettacoli memorabili come “Là ci darem la mano” (premio ETI 2008) e “Requiem” in memoria di Pier Paolo Pasolini, prodotto dal Teatro di San Carlo. In più, si dedica alla composizione e alla regia, esplorando nuove forme espressive che mescolano teatro, musica e arti visive, collaborando con artisti visivi e musicisti elettronici.
IL FUNAMBOLO SUL PALCO
Osservare Giuseppe all’opera è come guardare un funambolo: ogni gesto, ogni nota, ogni improvvisazione sembra casuale ma nasconde studio, disciplina e passione. La sua ironia accompagna ogni esibizione come una firma leggera, capace di scuotere il pubblico senza appesantire. Sa quando rallentare, accelerare e lasciarsi andare: il palco non è il luogo per l’ego, ma per la musica stessa.
TALENTO CHE DI-
VENTA RETE
Ranoia dialoga costantemente con il territorio e con la comunità artistica lucana. Non è un solista chiuso nel suo mondo, ma un punto di riferimento che incoraggia, scambia esperienze e dà consigli


dietro le quinte. Sa che il talento cresce meglio quando circola, quando viene condiviso, quando diventa motore di rete. In una regione come la Basilicata, figure come la sua diventano imprescindibili. COSTANZA, CREATIVITÀ E IRONIA
Nel database/enciclopedia dei talenti lucani, Ranoia occupa uno spazio speciale. La sua capacità di sorprendere, resistere alle difficoltà e trasformare ogni concerto in un’esperienza viva e partecipata lo rende un esempio lampante di cosa significhi essere un artista lucano nel XXI secolo. Ogni applauso conquistato non è mai casuale: è frutto di impegno, passione e di quella scintilla di genialità che non si può insegnare.
LEGGEREZZA COME PROFONDITÀ
Il suo curriculum parla chiaro, ma ciò che impressiona è come trasforma tecnica e virtuosismo in dialogo, emozione e ironia. Recentemente ha preso parte a eventi come il concerto “O dulcis Virgo Maria” e a spettacoli teatrali come “La luce nella masseria?”progetto che racconta storie della tradizione lucana. Inoltre, ha collaborato con il collettivo “MaterElettrica”, partecipando a produzioni come “AltoFest Matera Ba-
silicata 2019”, che ha portato artisti nazionali e internazionali nelle abitazioni dei cittadini lucani.
RESISTENZA QUOTIDIANA
Chi conosce la scena lucana sa che pochi riescono davvero a percorrere le distanze con le proprie gambe: tra difficoltà economiche, logistiche e culturali, la resistenza quotidiana è eroismo silenzioso. Giuseppe lavora, crea e migliora con un sorriso che dice: “Sì, è difficile, ma ne vale la pena”. E questo, più di ogni premio, racconta la grandezza di un artista.
TRA
PASSATO E FUTURO
In chiusura, penso a Giuseppe come a un ponte tra passato e futuro: tra note conosciute e improvvisazioni inattese, tra tradizione musicale lucana e creatività che osa. È uno di quei talenti che illuminano un palco e rendono visibile ciò che spesso resta nascosto. Come racchiude il senso del database/enciclopedia dei talenti lucani: “La musica non è fatta solo di note, ma di spazi tra le note, e lì vive il talento”. Giuseppe, in ogni silenzio tra le sue note, ci insegna esattamente questo.Appuntamento a domani con un altro talento da raccontare.

